Un’indagine della University of Hertfordshire, che ha acquistato 100 supporti rimovibili di seconda mano su eBay, ha evidenziato che in almeno 60 casi il precedente proprietario avrebbe dimenticato di tutelare la propria privacy.
Il problema è che vi sarebbe una diffusa mancanza di attenzione nei confronti del tema, anche se ormai con smartphone e fotocamere si fa di tutto. Anche nel caso di formattazione e cancellazione dei file molti non sanno che sfruttando specifici software è possibile recuperare dati di diverso di genere.
Questi i risultati nel dettaglio dell’indagine: 36 schedine non sono state cancellate, 29 sono state formattate ma il contenuto è stato recuperato con uno sforzo irrisorio mentre in altre 2 è stato “semplice”; 25 sono state trattate a dovere, ossia con software che tramite un algoritmo ricorsivo hanno tutelato la privacy a dovere, 4 erano rotte e altrettante del tutto vuote.
La questione, non è ovviamente di scarsa rilevanza. Oggi la maggioranza dei dati sensibili viaggia in digitale e magari su supporti rimovibili come SD o microSD, e qualora decidessimo di proporne una al mercato dell’usato sarebbe opportuno trattarle con software in grado di “bonificare” ed eliminare ogni traccia della loro “vita” precedente.
Infatti, il problema non è tanto ricordarsi di cancellare i dati, ma farlo correttamente con gli strumenti adeguati, perchè la semplice cancellazione di un file tramite un dispositivo non è sufficiente poiché rimuove solo il riferimento che punta a dove è localizzato, non l’elemento stesso. I dati rimangono per sempre sulle memorie flash, a meno che non si proceda con riscrittura.
Quindi il consiglio è di “cancellare” tutto con strumenti ad hoc e poi riformattare.
Fonte: Dark Reading